Nasce a Stia, in provincia di Arezzo nel 1920. Muore a Firenze,1996. Autore di successo, con i suoi famosi cicli come i “Suonatori di jazz” ed “I giocatori”, amato dai collezionisti ed immediatamente riconoscibile dal grande pubblico per la sua particolare tecnica, Squillantini è stato un artista di grande notorietà, rimanendo al contempo un uomo semplice e schivo, che ha parlato soprattutto attraverso le sue opere, sempre più richieste. Dopo essersi dedicato ad una intensa attività di illustratore che lo ha visto impegnato con importanti editori, a partire dal 1970 si è dedicato esclusivamente alla pittura, riscuotendo immediatamente lodevoli riconoscimenti. Remo Squillantini è maestro nel raffigurare donne e uomini alla fine delle proprie illusioni, senza speranza di felicità, figure che esprimono l’attesa del nulla per sé, per gli altri. Elabora una galleria di personaggi intenti nei riti quotidiani, di cui evidenzia vizi, abitudini, debolezze e conformismi. I suoi personaggi sono comparse anonime che affollano il palcoscenico della quotidianità, uomini invecchiati e donne sfiorite, senza più sogni, desideri, illusioni. Eppure il messaggio che sembra provenire dalle sue tele, è quello di reagire ad una vita borghese che si trascina, una sorta di invito a vivere pienamente, a scrivere storie di vita piene di passioni e di impegno civile. L’artista viene invitato a numerose rassegne e mostre nazionali partecipando a importanti fiere quali: “Arte Fiera di Bologna” in diverse occasioni, e dal 1978 in poi alla “Expo Arte di Bari. Di particolare importanza si sono rivelate alcune mostre a soggetto che hanno trattato interi cicli della sua pittura quali “I sette peccati capitali”, “Il mare”, “Il cabaret”, “Sinopie primi ‘900”. Sue opere si trovano presso Istituti di Credito ed Enti Pubblici e in importanti collezioni nazionali, oltre che negli Stati Uniti, in Canada, in Germania, in Svizzera e in Olanda. Nel dicembre 1994 personale alla Galleria d’Arte Brunetti “Piccole storie” (Ponsacco).