Giuliano Ghelli, nato a Firenze nel 1944, era un artista praticamente incantato dal simbolo, dalla memoria, e dal colore, quanto dalla campagna toscana in cui, per scelta e per sorte, ha vissuto tutta la vita. Autodidatta, a diciassette anni Ghelli cominciò a frequentare la galleria Numero di Fiamma Vigo. Il giro di artisti e intellettuali che conobbe influenzarono molto il suo approccio alla pittura. Dieci anni dopo, un contratto con il gallerista Marcello Secci permise l’artista di dipingere a tempo pieno. Nel 1974, Ghelli pubblicò il piccolo volume Il Portapaesaggi con testi di Lara-Vinca Masini, nota storica dell’arte contemporanea. Delle opere che espose a Parigi lo stesso anno, Aldo Passoni, direttore della Galleria d’Arte Moderna di Torino, lodò “la segnaletica pop, il tratto volutamente ruvido, goffo, la dimensione narrativa”. Ghelli cominciò ad essere apprezzato nel nord Europa, e nel ’75, dopo aver partecipato con tre opere alla X Quadriennale d’arte nazionale di Roma, ebbe la prima di tre mostre personali a New York. Nello stesso anno fu segnalato dal critico Tommaso Paloscia nel Catalogo Nazionale Bolaffi d’Arte Moderna come uno dei migliori artisti italiani. Negli anni ’80 una progressiva invalidità della moglie Annamaria costrinse Ghelli a lavorare ed esibire a regime attenuato, dividendo suo tempo tra il suo studio e cura della coniuge. Nel 1989 fu nominato dalla Lara-Vinca Masini nel secondo volume di Arte Contemporanea: La linea dell’Unicità, nel capitolo sulla Pop Art in Europa. Sempre negli anni ’80 una stretta amicizia con il collezionista Giulio Baruffaldi e il fotografo d’arte Stefano Giraldi fu fonte di nuovi contatti nel mondo della cultura e dell’industria. Nel 1990 Ghelli conobbe lo storico leonardesco Carlo Pedretti e si affascinò dei testi e i disegni di Leonardo da Vinci, protagonista in un ciclo di opere del periodo esposti in una personale al Castello Sforzesco di Milano nel 1992, poi a Malmö, Svezia nel 1993. Nel 1995 Ghelli completò la sua prima commissione importante, sempre su temi meccanici: venti tele di grande formato per l’allora nuova sede di Mercedes-Benz Italia a Roma. Nel 2000 espone alla Galleria d’arte Brunetti con la mostra “Segni magici” (Ponsacco). Sempre nel solito anno Ghelli esegui numerose commissioni di rilievo fa le quali la grafica per l’azienda della raccolta dei rifiuti Quadrifoglio, un murale su lamina di ceramica per l’asilo nido comunale “Mare delle Meraviglie” di Castellarano (RE), una serie di manichini dipinti per la Camera Nazionale della Moda (Premio Milano per la Moda 2002, 2003 e 2004), un’esemplare unico della nuova Fiat 500 presentato nel 2008 a Tokyo e nel 2009 l’incarico dal Comune di Siena di dipingere il drappellone del Palio dell’Assunta. Nel 2003 Ghelli iniziò a creare il suo Esercito di Terracotta. Composto di oltre cento busti femminili di varie dimensioni, descritti dall’arista come “un esercito di pace”, dettero spunto ad edizioni in vari materiali e finiture, ampiamente esposte negli anni successivi. Nel 2013 una mostra personale al Palazzo Panciatichi a Firenze, celebrando 50 anni di piena attività, rallegrò l’intero edificio storico per alcuni mesi. Lo stesso anno Ghelli fu riconosciuto con il Gonfalone d’Argento dal Consiglio Regionale della Toscana e col Onorificenza di Commendatore dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana dal presidente della repubblica Giorgio Napolitano.