Anselmi Franco, pittore italiano autodidatta, nasce a Vittorio Veneto (Treviso) nel 1950. Dopo gli studi di preparazione ad una vita diversa da quella che poi avrebbe seguito, la maturità da elettrotecnico, le lauree in Lingue, Letterature Straniere e Sociologia alla Ca’ Foscari di Venezia, il giovane Anselmi, pur dipingendo in modo semiprofessionale entra nel mondo dell’educazione scolastica insegnando. La sua sensibilità artistica che si era espressa in tenera età e nutrita durante gli anni di studio, gli permette di avere abbastanza materiale ed opere concluse per cominciare ad esporre nell’ambito della provincia di Treviso già dal 1973, raccogliendo benevoli critiche che lo portano ad esporre anche all’estero. Nel ’91 e nel ’93 espone alla “Casa dei Carraresi” a Treviso, al Castello dei Pio a Carpi, al Casino Bahia di Cadice (E), Bevilaqua la Masa a Venezia. Nel 1994, viste le numerosi inviti a tenere mostre in Italia e all’Estero, Franco Anselmi chiude con l’insegnamento per dedicarsi alla pittura in modo pieno e continuativo esponendo al “Buda Center” di Budapest, all “Artest” di Udine, a Wetzlar, Giessen, Marburg, Olpe Hamminkeln e Francoforte in Germania, Millstatt, Klagenfurt e Spittal in Austria per approdare, qualche anno più avanti in America, con alcune mostre a Memphis (Tennessee). Nella seconda metà degli anni Novanta il pittore, dopo aver affinato e personalizzato la sua arte, espone in ambienti sempre più esclusivi in Turchia, in Svizzera, in Francia, in Austria ed in America. Alcune sue opere sono conservate alla scuola dei Carmini a Venezia, al Muzeiski Galeriski Zentar di Zagabria, al Castel Coira di Merano, negli Istituti Italiani di Cultura di Ankara, Izmir, Helsinki, Vienna come rappresentante dell’Arte Italiana Veneta. Nel 2004 il pittore tiene una grande mostra personale a Lugano presso la Wealth Management della UBS; con la casa d’arte “Il Castello” di Padova espone annualmente al Tanka Village a Villa Simius, al Calaserena Village Flumini di Quartu (CA) e a La Thuile ( AO). Attualmente riscuote grande successo in Nuova Zelanda dove è in esclusiva per tutta l’Oceania presso la “International Art Centre “- Parnell Road – Auckland.
La critica di Vittorio Sgarbi in “ Le scelte di Sgarbi “ edito da Mondatori 2005, è piuttosto benevola e dice: “Che siano animali o giocolieri in un paesaggio impossibile egli riesce a trascinarci per mano e con garbo in un mondo bidimensionale e coloratissimo. La caratteristica comune nelle raffigurazioni umane e animali di questo artista è il fatto di avere quasi sempre un occhio solo; la semicecità è risparmiata solo ai gufi forse perché nottambuli e quindi più prossimi al mondo onirico. Per gli altri, donne, uomini, cavalli, gatti, tartarughe e iguana, quell’occhio solo è un ammiccamento gentile e forse lo specchio della nostra stessa incapacità di distinguere il vero dal falso. Il mondo di Anselmi è un mondo arcano e arcaico che ha il potere di incantarci, nei suoi piccoli borghi medioevali, silenziosi e metafisici, la fiaba si intreccia alla storia. In altri casi sono addirittura rievocati gli stilemi dell’antico Egitto e della simbologia azteca. Queste figure in particolare evocano i reperti archeologici e da tutto questo Franco Anselmi riesce, senza traumi, ad assemblare e creare una scenografia di insieme vivace ed esplosiva. Le sue opere si sviluppano su una voluta mancanza di profondità. Avendo evidentemente approfondito l’arte medioevale non prospettica nella sua ricerca, si rintraccia – al di là della evidente ironia che irrompe dalle sue composizioni, come una sorta di avvertimento a non prenderlo troppo sul serio – una precisa rivisitazione delle stesure grottesche e una cultura molto ben radicata nella tradizione italiana pre-rinascimentale dell’affresco. In particolare il ricordo dell’arte bizantina sembra aver impresso alle immagini di Anselmi una sorta di blocco, che congela la gestualità delle figure rappresentate. Artista indubbiamente colto, direi che egli ha anche compiuto incursioni nell’arte del lontano Oriente, da cui derivano certi suoi modi grafici e calligrafici. Nel suo horror vacui, che lo porta a non lasciare neanche il minimo spazio libero sulla superficie affrescata delle sue opere, nello spessore del colore squillante troviamo la personalità intrigante di un artista di forte manualità e di notevole intelligenza.”