Alberto Sughi nato a Cesena nel 1928-2012, le prime prove di un certo interesse di Sughi risalgono al 1943-1944 con evidenti riferimenti a Rosai, Fattori e soprattutto a Lorenzo Viani. Dopo un soggiorno di un anno a Torino nel 1946, vive dal 1948 al 1951 a Roma. Nel 1954 espone alla Galleria del Pincio di Roma con Corrado Cagli e Marcello Muccini; due anni dopo tiene nella stessa galleria la sua prima personale, seguita l’anno successivo da una seconda che precisa la sua personalità e il suo mondo poetico, evidenziando l’interesse per la cronaca sociale con particolare riferimento a quella sottile e persistente malinconia esistenziale causata dalla vita nella metropoli. I soggetti di questi quadri sono gli stessi che si rivedranno nelle successive mostre del 1958, prima alla Galleria Bergamini di Milano e poi ancora a Roma, alla Galleria Odyssia: interni di cinema, di bar, anticamere, giocatori di flipper. Partecipa alla Quadriennale di Roma nel 1959 con una parete che dà conto di una esasperazione del tema della malinconia, soprattutto in rapporto alle difficoltà di comunicazione interpersonale dovute alla realtà del contesto urbano. I suoi quadri si fanno più cupi e il racconto acquista un tono gelido e aspro, con un’evidente immissione di modi espressionistici, di cui si ritrova conferma anche nella personale alla Galleria della Nuova Pesa di Roma che ha luogo l’anno seguente. Agli inizi degli anni sessanta Sughi si muove spesso fra Roma, Milano e Torino per partecipare o promuovere incontri fra gli artisti impegnati a indagare la realtà contemporanea, spinto dalla necessità di rimuovere la situazione di incomprensione e diffidenza che ancora circonda quest’ambito di ricerca. Nel frattempo allestisce mostre in diverse città italiane e nei suoi dipinti compaiono per la prima volta nature morte di fiori, mentre lo spazio in cui si muovono le sue figure intente ai gesti della quotidianità assume un senso baconiano. Il suo lavoro procede sempre, in modo quasi sistematico, per cicli tematici, che hanno il sapore della sequenza cinematografica. Del 1971-1973 sono le cosiddette pitture verdi, dedicate al rapporto fra uomo e natura; del 1975-1976 è il ciclo La cena, presentato alla Galleria d’Arte Moderna di Bologna e alla Galleria del Maneggio di Mosca. Agli inizi degli anni ottanta appartengono i venti dipinti e i quindici studi di Immaginazione e memoria della famiglia; e del 1985 è la serie denominata La sera, che rappresenta una riflessione dell’artista intorno al proprio ruolo e al valore dell’esistenza nel contesto del mondo contemporaneo. Nel 1984, nell’ambito di una grande esposizione antologica presso la Reggia di Caserta, è presentato il grande telero Teatro d’Italia. Nel 1986 il Museo Nazionale di Castel Sant’Angelo di Roma allestisce una mostra antologica, trasferita in seguito al Museo delle Belle Arti di Budapest e alla Galleria Nazionale di Praga. Tre anni più tardi una rassegna comprendente settanta dipinti viene presentata al Palazzo dei Diamanti di Ferrara. Altre importanti antologiche dell’artista si sono tenute alla Casa Masaccio di San Giovanni Valdarno “Un viaggio tra il naturale e l’umano” (1990) , al Museo delle Arti – Palazzo Bandera di Busto Arsizio (1991) e all’interno della XII Quadriennale di Roma “Profili”. Nel corso del 1994 una sua mostra è stata ospitata dal Museu de Arte di San Paolo del Brasile (MASP). Nel 2000 il Palazzo Ducale di Urbino e il Museo dello Splendore di Giulianova hanno presentato “Alberto Sughi nella collezione Zavoli”; la stessa mostra si è tenuta alla Fondazione Mastroianni di Arpino nel 2001. Nel corso del 2001 il Museo Archeologico d’Abruzzo a Chieti e il Museo di Santa Croce a Umbertide hanno ospitato “Minima Moralia”, una mostra antologica con dipinti e disegni. Nel 2002 Sughi si è misurato con una rilettura e interpretazione della Vita Nuova di Dante Alighieri con il ciclo di opere “Alberto Sughi e Dante” presentato alla Casa di Dante a Torre de’ Passeri, in Abruzzo. Nel 2003 il ciclo viene esposto prima a Palazzo Firenze in Roma, poi al Museo Civico di Sansepolcro e quindi alla Biblioteca Malatestiana di Cesena; la stessa mostra si sposta nel 2004 alla Biblioteca Classense di Ravenna. Nel 2005 il CSAC e l’Università di Parma dedicano a Sughi una grande mostra nelle Scuderie in Pilotta. Sempre nello stesso anno, 2005, il Presidente della Repubblica Italiana gli ha conferito il Premio Vittorio de Sica per la Cultura. Nel Maggio 2006 emerse la notizia che l’artista giapponese Yoshihiko Wada vincitore di alcuni dei maggiori riconoscimenti artistici nel suo paese era stato accusato di plagiare il lavoro di Alberto Sughi, avendo eseguito un numeroso gruppo di lavori praticamente identici a lavori di Sughi. E in Giugno al termine di un’inchiesta tenuta dal ministero della cultura giapponese il governo del Giappone ritiro’ tutti premi precedentemente conferiti a Wada. Nel marzo del 2007, nella storica Biblioteca Malatestiana di Cesena, è stata allestita una mostra antologica con circa cinquanta opere. Nello stesso anno, a Roma, il Complesso del Vittoriano ha presentato la più completa mostra antologica dedicata a Sughi, con circa ottanta opere e una sessantina di disegni realizzati dal 1946 a oggi. Nel 2009 il lavoro di Alberto Sughi è stato presentato a Palermo al Palazzo Sant’Elia in una nuova grande retrospettiva curata da Maurizio Calvesi, poi portata a Londra all’Istituto di Cultura Italiana. Nel Giugno 2011 Alberto Sughi e’ stato invitato al Padiglione Italia della 54ma Biennale di Venezia curata da Vittorio Sgarbi, dove ha presentato al pubblico “Un Mondo di freddo e di ghiaccio”, Olio su tela, 140x160cm del 2011. In questa occasione Sughi ricorda: “Attraverso la pittura ho cercato di capire meglio qualcosa che appartiene alla mia coscienza: l’inquietudine, l’amore, l’ansia di verità, la delusione e la solitudine; e poi magari c’è una parte più segreta, quella che contiene le ragioni più profonde della mia identità di pittore, che resta sconosciuta a me stesso. Nella vita avvengono mille aggiustamenti, tante variazioni se non addirittura contraddizioni. Alberto Sughi e’ morto a Bologna il 31 Marzo 2012.